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Cucinare a bordo: cosa c’è da sapere sulle bombole

Molti diportisti amano cucinare a bordo e godere dei piaceri della tavola ammirando gli splendidi scenari che le nostre coste ci offrono.

Altri invece sono convinti che non vi sia sicurezza a bordo li dove è presente un impianto a gas, non valutando i pericoli che possono provenire da altri impianti come quello elettrico.

Come sempre il vero è nel mezzo: l’impianto del gas, come quello elettrico, a condizione che sia ben realizzato, nel pieno rispetto della normativa vigente sia nazionale che europea, e periodicamente manutenuto, non costituisce un problema o un pericolo ma può invece renderci la permanenza sulla barca piacevole e confortevole.

 

La maggior parte delle barche che abbiano una cucina sono dotate di impianto per GPL composto da:

• un gavone, dove viene posizionata la bombola, completamente stagno rispetto agli altri locali, con accesso dal ponte, protetto dalle irradiazioni solari e munito di ventilazione naturale, per cambiare l’aria in caso di perdite, consistente in un semplice ombrinale da sistemare in basso, in quanto il gas, più pesante dell’aria, tende a cadere verso il basso

• Una tubazione in parte rigida (in rame nudo, o, ancor meglio, con anima in rame e rivestimento in gomma/plastica) e in parte flessibile (tubo omologato per gas tassativamente da cambiare alla data di scadenza riportata sul tubo stesso), con la presenza di due o più rubinetti d’intercettazione

• Una piastra di cottura

In queste righe focalizzeremo l’attenzione sulla bombola che deve, rigorosamente, essere del tipo omologato. Non tutti sanno che le bombole possono essere caricate o con butano ( come quelle della Campingaz) o con propano (Eurocamping) e che i due gas hanno caratteristiche diverse. Hanno infatti una differente temperatura di ebollizione, ossia la temperatura al di sotto della quale il gas resta liquido e non può evaporare per trasformarsi, appunto, in gas pronto da ardere. La temperatura di ebollizione per il butano è -0.4 °C mentre per il propano è di -43 °C.

Questo significa che se abbiamo una bombola carica di butano e la temperatura scende a 0 °C o meno, l’aria non potrà cedere sufficiente calore alla bombola per far evaporare il gas. Il gas rimane allo stato liquido e la fiamma si spegne.

Se invece abbiamo una bombola di propano e la temperatura dovesse scendere anche a -20 o -30°C, l’aria sarebbe ancora in grado di cedere calore alla bombola, grazie alla differenza di temperatura, garantendo l’evaporazione del gas liquido e quindi il funzionamento degli apparecchi di combustione.

Ecco perché sulle barche si preferisce il butano e sui camper, che affrontano viaggi anche in stagioni fredde, si opta per il propano.

Il butano inoltre è più pesante e sicuro in quanto ha una minore tensione di vapore e perciò minore pressione all’interno della bombola. Il butano infine dà un apporto calorico maggiore rispetto al propano permettendo quindi di cucinare più velocemente i cibi.

La bombole di butano, quindi della Campingaz, presentano criteri di sicurezza sicuramente elevati. In primo luogo sono certificate CE e conformi ad un uso nautico. Ad ogni ricarica vengono verificate, riverniciate e testate nei centri servizio autorizzati, passaggi necessari considerando come si arrugginiscono le bombole nel gavone. Possono essere scambiate solo presso un rivenditore autorizzato con un’altra bombola Campingaz munita di sigillo rosso di garanzia (assicurarsi sempre che sia presente) e della targhetta adesiva con dicitura: ‘collaudato e assicurato da Campingaz’.

Per ragioni di sicurezza è sconsigliato ricaricare, come molti fanno per risparmiare o perché magari lontani da un rivenditore autorizzato, le bombole di butano presso un normale centro ricarica bombole gas liquido che non potrà mai dare le stesse garanzie di un centro Campingaz.

Un’altra cosa da considerare: la bombola si trova ad una pressione moderata ma comunque assai più elevata di quella atmosferica, mentre ai fornelli il gas deve arrivare con una pressione di poco superiore a quella atmosferica, così che la sua portata possa essere regolabile con i rubinetti; in questa fase il GPL non è più liquido perché si è comunque espanso una volta abbandonata la bombola.
Questa riduzione della pressione deve essere costantemente aggiustata man mano che la bombola si scarica e questa azione viene svolta dal “regolatore” posizionato sopra la bombola. È necessario utilizzarne uno omologato per uso nautico, in metallo resistente alla corrosione marina.

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