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Come scegliere l’olio per il motore marino?

Olio ad uso marino o automotive?

Molti si chiedono quale sia la differenza tra gli oli per i motori marini rispetto agli oli utilizzati nel mondo delle auto e dei truck, e se questi siano compatibili o meno con il motore della nostra barca.
Cominciamo col dire subito che utilizzare

un olio per auto nel nostro motore marino non porta alla rottura dello stesso, ma questo non lo rende adeguato ai motori marini.

Come scegliere l’olio per il motore marino

Gli oli automotive non posseggono le stesse capacità, caratteristiche e la stessa durata di un olio studiato per lavorare a contatto con l’acqua salata di mare, non possedendone gli additivi necessari. Quello che cambia, infatti, tra i diversi tipi di olio sono gli additivi studiati per il corretto funzionamento in un dato ambiente.
Mentre negli oli automotive abbiamo additivi volti, ad esempio, alla compatibilità degli stessi con le marmitte catalitiche, in quelli marini gli additivi sono studiati per avere un effetto antiusura e antiossidante nei confronti dell’umidità e della salinità in cui normalmente un motore marino opera.

Altra analisi da prendere in considerazione, che porta all’uso di un prodotto mirato, è lo stress a pieno carico e le temperature di esercizio, due condizioni di lavoro che differenziano

notevolmente il mondo marino da quello automotive nel modo di lavorare. Troviamo ancora una differenza, tra le due classificazioni di olio, negli additivi presenti nell’olio marino volti ad attenuare il continuo miscelamento dell’olio in un motore soggetto ad alte vibrazioni e ad un continuo movimento dovuto alla costante oscillazione dello scafo in acqua.

Per poter riconoscere se un olio abbia tutte le caratteristiche necessarie per essere conforme ad un motore marino la National Marine Manufacturers Association (NMMA) ha sviluppato la specifica FC-W® (Four-Cycle Water Cooled), specifica attribuita agli oli con le capacità sopra elencate.

Come scegliere l’olio del motore

Composizione

A seconda della base e del rapporto tra i vari additivi contenuti, possiamo suddividere gli oli in 3 tipi:

Minerali. Sono caratterizzati da un elevato grado di viscosità. Durante il riscaldamento, si evaporano piuttosto rapidamente e, a causa della decomposizione degli additivi interni, sono soggetti alla contaminazione.
Semi-sintetici. Hanno una base minerale, ma sono realizzati con l’uso di tecnologie speciali. Contengono una quantità maggiore di additivi rispetto agli oli minerali. Sono indicati con i termini Semi-synthetic o Part-synthetic. Adatti per ambienti con inverni relativamente miti ed estati non troppo caldi. Costano meno rispetto agli oli sintetici. Rispetto agli oli minerali, offrono una serie di vantaggi, tra cui: maggiore durata d’uso, elevata resistenza agli sbalzi di temperatura, maggiore efficienza.
Sintetici. Sono a base di petrolio e vengono realizzati tramite il metodo della sintesi organica. Nella maggior parte dei paesi, sono indicati con il termine Fully Synthetic. Grazie alla loro speciale composizione e all’implementazione di tecnologie all’avanguardia, impediscono la formazione di depositi e assicurano ottime caratteristiche di viscosità durante la stagione fredda, il che garantisce una buona protezione del motore già nei primi secondi dopo l’avviamento. In aggiunta, mantengono le loro proprietà iniziali anche in seguito all’esposizione a temperature estremamente elevate, motivo per cui sono idonei all’uso anche quando le condizioni climatiche sono particolarmente calde.

Viscosità e codici SAE

Per prima cosa dobbiamo capire cos’è la viscosità.
Essa è una delle caratteristiche più importanti per un olio motore: misura la sua resistenza allo scorrimento e rappresenta il suo attrito interno. Importante sapere che la viscosità cambia con il variare della temperatura e della pressione; diminuisce in modo esponenziale all’aumentare della temperatura e aumenta all’aumentare della pressione.
L’importanza della giusta scelta della viscosità dell’olio è essenziale soprattutto a motore freddo, quindi nella partenza, perché quando la temperatura si abbassa, l’ olio motore tende a diventare più denso o, usando il termine meccanico, più viscoso. L’ olio con le giuste caratteristiche rimane liquido anche a temperature sottozero, affinché possa essere pompato rapidamente verso il motore per lubrificare tutti i punti di attrito.

LEGGI ANCHE: L’importanza degli additivi nei motori marini

Entriamo ora più nel dettaglio: cosa vogliono dire le sigle che troviamo sulle etichette degli oli?
Per capire la viscosità degli oli sull’etichetta essa viene indicata sulla confezione da una coppia di numeri:

• un primo numero associato alla lettera W (winter) che indica la viscosità dell’olio a freddo
• un secondo numero indica la viscosità a caldo

Prendiamo in esame un olio molto comune, con viscosità 10W-40; facendo riferimento alla tabella SAE-J300 (SAE è l’acronimo di Society of Automotive Engineers):

La coppia di numeri definisce quell’intervallo di temperatura dell’aria (non del motore) nel  quale l’olio può essere impiegato.
Nel caso del 10W-40, parliamo di un olio che può essere utilizzato da una temperatura minima di -30°C ad una massima di +40°C per far si che le sue caratteristiche di viscosità si conservino in maniera tale da permettere all’olio di lavorare come previsto.

Specifiche tecniche del motore (API e ACEA)

Sulla confezione dell’olio troviamo anche altre sigle oltre quella SAE che ci permettono di identificare la qualità ed il tipo di utilizzo dell’olio e sono API e ACEA.
API è l’acronimo di American Petroleum Institute, la più grande organizzazione americana (senza scopo di lucro) dell’ingegneria chimica e petrolchimica. Tra i tanti compiti dell’API c’è anche quello di fornire la classificazione degli oli.
La specifica API identifica con la lettera “S” (Service) oli destinati ai motori benzina, e “C” (Commercial) gli olio destinati ai motori diesel. Ciascuna delle due lettere è sempre seguita da una seconda lettera che indica il livello di prestazione dell’olio. La seconda lettera cresce in ordine alfabetico, le lettere più avanti nell’alfabeto indicano oli con migliori prestazioni.
Per cui se il costruttore prevede un olio per motore diesel con specifica API CF-4, potrai impiegare lo stesso olio o lubrificanti più performanti come CG-4, CH-4 o CI-4.

La sigla ACEA rappresenta l’acronimo di Associazione Costruttori Europei di Automobili.
La classificazione ACEA prevede l’impiego di tre lettere: “A/B” per i motori benzina e diesel, “C” (ma non è il caso dei motori marini) per motori benzina e diesel compatibili con catalizzatori e possono essere impiegati anche in caso di  sistemi di post trattamento dei gas di scarico, ovvero i dispositivi anti-inquinamento come FAP/DPF, ed “E” per veicoli diesel ad uno commerciale.

Ogni lettera è seguita sempre da un numero che non ne definisce le prestazioni, ma il tipo di motore su cui può essere utilizzato (vedi specifica ACEA nel documento di Italian Petrol Company.)

Come scegliere l’olio piede per motori fuoribordo ed entrofuoribordo

Le classificazioni più comuni per gli oli del piede sono 80W90 e 75W90. Anche qui vale il discorso fatto in precedenza per la viscosità degli oli.
Un valore importante da considerare nella scelta dell’olio piede è la classificazione API GL, che ha un valore numerico da 1 a 5. Più il valore numerico sale migliore è la qualità dell’olio, ma come tutti gli oli vanno anche scelti in base all’utilizzo che se ne intende fare (vedi specifica ACEA nel documento di Italian Petrol Company.).

LEGGI ANCHE: Come cambiare l’olio del piede nel fuoribordo
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